mercoledì 26 maggio 2010

E la chiamano ratio…

Al fine di razionalizzare e semplificare le funzioni di analisi e studio in materia di politica economica, l’Istituto di Studi e Analisi Economica è soppresso; le funzioni e le risorse sono assegnate al Ministero dell’Economia e delle Finanze. (…) con gli stessi decreti (…) sono individuate le risorse umane, strumentali e finanziarie riallocate presso il Ministero dell’economia e delle finanze, nonché, limitatamente ai ricercatori e tecnologi, anche presso gli enti e le istituzioni di ricerca. (…)

E dire che dalle prime indiscrezioni (bozze?) sulla manovra correttiva, la soppressione dell’ISAE non mi era neanche sembrata la fine del mondo. Due erano le ragioni che mi inducevano a guardare l’aspetto positivo della cosa. La prima riguardava il cambiamento. Per ritrovare slancio e voglia di fare a volte è necessario porsi di fronte a nuove sfide. Molto spesso però prevale il timore che l’incerto possa farci perdere quel poco che, con le unghie e con i denti, siamo riusciti a conquistare. Altre volte ci sono situazioni personali che ci inducono all’attesa, a rimandare scelte di cambiamento per timore di non riuscire a gestire il quotidiano e l’eccezionale contemporaneamente. In questi casi di conflitto interno tra cambiamento e conservazione, uno shock esogeno ti pone di fronte alla non-scelta di accettare il cambiamento, e allora puoi anche viverlo positivamente lo shock. Anche perché nel caso specifico, e qui vengo alla seconda ragione, per come sembrava fosse formulata la norma (vedi cappello) una certa razionalità sembrava esserci nel provvedimento. Inciso: una norma del genere non potrà mai avere razionalità piena laddove preveda l’assegnazione delle funzioni del controllore al controllato! L’ISAE, nella dialettica istituzionale tra Parlamento, Governo e parti sociali, è organo terzo per quel che riguarda l’analisi della dinamica economica. Per usare una metafora calcistica, e riconoscendo i ruoli di maggior prestigio ad istituzioni con una storia e/o profilo giuridico di maggior rilievo, è come se l’Inter, avendone il potere, scrivesse una norma del tipo “al fine di razionalizzare e semplificare le funzioni di direzione di gara in ambito calcistico il quarto uomo è soppresso: le funzioni e le risorse umane sono assegnate all’Internazionale F.C.”. Direte voi, beh, ma non è forse quello che i club di calcio sembra abbiano fatto? Si, ma almeno hanno avuto il pudore di non metterlo nero su bianco. Non sarà che, per quanto flebile, quella dell’ISAE è una voce scomoda? Fine dell’inciso.

Torniamo agli elementi di razionalità presenti in quella che sarebbe stata una delle prime bozze della manovra. Unitamente alla parte che riguarderebbe l’ISAE mi avvarrò, nel cercare di fare emergere gli aspetti positivi della manovra stessa, delle indiscrezioni che mi sono giunte in via indiretta dal Sig. Cesare, nonno dall’amico di un mio amico. Il Sig. Cesare, socio anziano di una prestigiosa bocciofila romana frequentata da persone inserite, avrebbe intercettato, durante una sfida all’ultima sbocciata, una conversazione riservata tra due distinti signori in abito scuro. Mosso da curiosità per la singolare mise dei due, il Sig. Cesare avrebbe proteso l’orecchio verso questi, carpendo quanto segue: Mr A: “Si, ma che ne facciamo del personale ISAE” - Mr B: “Beh, la cosa più razionale sarebbe quella di mandare il personale delle unità operative di Macro e Microeconomia al Tesoro (Dipartimento del), quello di Finanza Pubblica ed Economia e Diritto alla Ragioneria (Generale dello Stato), mentre quelli dell’unità delle Inchieste sarebbe ragionevole mandarla all’ISTAT”. A quel punto l’avversario del Sig. Cesare lo sbocciò, piazzando delicatamente la propria boccia vicino al pallino, e il Sig. Cesare fu costretto a tornare a dedicarsi alle cose importanti per certe stagioni della vita.

Mi sono quindi detto, a parte la questione della terzietà dell’ISAE, per il resto la manovra sembra una cosa ragionata, quasi inattaccabile! Messo insieme il tutto era si forzato, ma non stonato.

Passata l’eccitazione per la sfida personale che il cambiamento forzato mi avrebbe costretto ad affrontare, è cominciata l’analisi marginalmente più razionale. Sono un dipendente pubblico, ma non sono propriamente Pubblica Amministrazione. La figura del ricercatore ha delle caratteristiche specifiche, e per tale motivo non esistono, per quanto ne so, delle equiparazioni tra i profili più elevati del comparto ricerca – ricercatori e tecnologi per intenderci - e gli altri dipendenti pubblici. Come potrei essere inquadrato nel ministero dell’economia? Certamente non potrebbero inquadrarmi tra i funzionari perché ciò eliminerebbe gran parte della autonomia che ci è riconosciuta come singoli lavoratori e i contratti pubblici non possono, sempre a quanto ne so, peggiorare la condizione, giuridica ed economica, di un lavoratore nella conversione. Potremmo diventare tutti dirigenti? Magari! Giuridicamente sembrerebbe sensata, ma dal punto di vista economico equivarrebbe, pressappoco, a raddoppiare le stipendio a molti di noi, il che sarebbe in contrasto con lo spirito di riduzione delle spesa. Certo, l’impatto economico dovrebbe essere valutato nell’insieme e quindi il provvedimento, pur comportando un maggior costo del lavoro per alcune figure professionali, avrebbe potuto nel complesso non comportare maggiori oneri. E si perché la norma che ci riguarda non ha come obiettivo una riduzione di spesa, ma la razionalizzazione e la semplificazione. Richiede solo che il tutto non comporti maggiori oneri. Ma se è vero quanto appena detto, che ragione c’è di inserire questa norma in una manovra correttiva? Troppi interrogativi in sospeso. Ho bisogno di maggiori informazioni. Come posso fare? Chissà se il Sig. Cesare mi può aiutare?

Questa volta il Sig. Cesare avendo una missione specifica non cede alle lusinghe dei compagni di bocce, rifiuta tutte le sfide e si mette alla ricerca dei signori in abito scuro. Da lontano li vede, gli sembra di riconoscerli, ma in realtà, avvicinandosi, si accorge che si tratta di due persone differenti. Prima di riprendere la ricerca fa comunque un tentativo per cercare di capire quale sia il loro argomento di conversazione. Mr C “Ma come facciamo, giuridicamente intendo, ad inquadrare i ricercatori nel personale del ministero?” - Mr D “Non lo facciamo infatti. Non c’è modo, allo stato delle cose, di equiparare un ricercatore ad un ministeriale e quindi noi non li prenderemo. Da questo punto di vista la norma è scritta male.” - Mr C “Ma scusa, se sono le persone che svolgono le funzioni, che significa che ci prendiamo le funzioni senza le persone? Chi svolgerà tali funzioni? Siamo già così pochi rispetto agli impegni che abbiamo, chi farà ciò che fa ora l’ISAE” - Mr D “Booh!” - Mr C “Ma allora scusa, i ricercatori e i tecnologi dell’ISAE che fine faranno?” – Mr D “Che vuoi che ti dica, andranno all’ISTAT.”

All’ISTAT???? E cosa vado a fare io all’ISTAT????

Marco Fioramanti - ricercatore ISAE

1 commento:

  1. semplificazione distruttiva

    Come sovente capita nelle situazioni più drammatiche della vita, e nei casi più surreali concepiti dall'uomo, il limite tra tragedia e farsa è talvolta lieve. Eppure, nel leggere l'articolato del Decreto "Al fine di razionalizzare e semplificare le funzioni di analisi e studio in materia di politica economica, l’Istituto di Studi e Analisi Economica è soppresso;...", la mia reazione è stata di accennare a un sorriso; con sorpresa, perché mi ero preparato all'ulteriore dose di depressione e umiliazione.

    Tuttavia, l'effetto non era nelle intenzioni dell'autore, e questo certo testimonia della sua eccessiva serietà. Ma forse anche di altro, ché la terminologia utilizzata è ancor più inquietante.

    Per rendere partecipe una comunità più vasta di quella Isae o poco più, si pensi ad un analogo provvedimento esteso al servizio sanitario nazionale. I servizi di cura sono "razionalizzati" chiudendo gli ospedali e trasferendo macchinari e medici ad altre eventuali istituzioni sanitarie, incluse quelle presso i cimiteri, e purché non di cura.

    Oppure, al fine di ridurre l'incidenza del colesterolo nella popolazione e "razionalizzare" i consumi di carne, si dispone visita odontoiatrica obbligatoria per la popolazione di età superiore a 40 anni e, in ogni caso, per la popolazione con incidenza di almeno 2/3 di denti naturali. Il ricavato sarà assegnato per opportuna valorizzazione all'associazione nazionale orafi. Si dispone l'assegnazione delle protesi in oro alle istituzioni dell'eurosistema per opportuna integrazione delle riserve auree.

    Tanta stoltezza cela una analoga dose di violenza; come sempre irrazionale e immotivata; e di cui si diventa consapevoli solo nel tempo.

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