giovedì 27 maggio 2010

E cosa vado a fare io all'ISTAT?

Riprendo dal post d’apertura.

Non è che l’ISTAT non sia un posto degno, per carità, anzi! Molto più semplicemente non è quello il mio mestiere. Infatti mentre l’ISTAT “(…) è il principale produttore di statistica ufficiale a supporto dei cittadini e dei decisori pubblici”, l’ISAE “è un ente pubblico di ricerca che svolge principalmente analisi e studi a supporto delle decisioni di politica economica e sociale del Governo, del Parlamento e delle Pubbliche Amministrazioni.”. Loro sono, perlopiù, statistici, noi siamo, perlopiù, economisti. Loro producono i dati, noi ne facciamo l’analisi.

Qualcuno mi obietta che, vabè, in fondo le due professioni sono affini, e alla fine riusciremmo a riciclarci in qualche modo. Certo non è che non riuscirei a trovare il modo di rendermi utile, ma probabilmente farei, se non in maniera mediocre, in maniera sufficiente quello che altri, specializzati nella materia, potrebbero fare sicuramente meglio di me. Certamente la professione dell’odontoiatra è affine a quella del cardiochirurgo, ma voi vi fareste operare al cuore dal vostro dentista? Per fare un esempio che riflette meglio allo stesso tempo il legame e la differenza che c’è tra chi produce e chi analizza i dati mi permetto di mutuare, ancora una volta, un esempio dallo sport. Certamente Valentino Rossi è, ancora oggi, il miglior pilota di moto al mondo, ma voi vi sentireste sicuri nel guidare una moto, da lui progettata e costruita, a trecentoallora?

Se gli italiani ritengono che la razionalizzazione si debba fare per il bene di tutti, io posso anche andare a produrre dati. Ma siamo sicuri che sarebbe davvero razionale?

Marco Fioramanti - Ricercatore ISAE

1 commento:

  1. Marco al Ministero hanno pensato anche a questo: convertiranno alcuni ricercatori in funzionari e li metteranno in una stanzetta del Ministero in 5-6 persone.

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